Ce lo siamo mai chiesti? Forse qualcuno potrebbe essere anche infastidito da questa domanda. Il modello medico adottato dalla notte dei tempi ha sempre recitato “il medico sono io, so io cosa è meglio per te”.
Inoltre non siamo AMAZON e nemmeno una ditta di prodotti alimentari che deve studiare la clientela prima di lanciare un nuovo prodotto. Non si tratta di lasciare il volante al paziente e nemmeno di studiare la clientela a fini strategici, è una nuova consapevolezza con cui dobbiamo fare sempre più i conti in riabilitazione.
Veniamo da decenni in cui ci siamo interrogati su cosa sapevamo fare, quali strumenti avevamo per valutare/diagnosticare, quale era il miglior esercizio per..? Negli ultimi anni ci stiamo rendendo sempre più conto di quanto sia anche importante nel rapporto/relazione terapeuta/paziente capire che cosa l’altro ci chiede.
Insomma cosa mai vorranno i pazienti? Che li valutiamo e in base al problema che gli indichiamo l’intervento più appropriato secondo l’evidence based.
Semplice no?
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Secondo noi c’è molto di più!
Nell’articolo citato sotto, il cui titolo ci è piaciuto così tanto che lo abbiamo preso in prestito per dare il titolo a un nostro corso, gli autori arrivano alla conclusione che ai pazienti serva chiarezza, coerenza e una personalizzazione delle informazioni rispetto alla prognosi, alle opzioni di trattamento e alle strategie di gestione”.
I ricercatori si chiedono: quali sono le informazioni sul proprio stato di salute necessarie ai pazienti?
Sono stati selezionati 41 studi, elenchiamo di seguito quello che emerge:
– ai pazienti servono informazioni generali sul mal di schiena.
– ai pazienti serve una diagnosi e/o informazioni sull’eziologia del dolore.⠀
– ai pazienti serve l’imaging per confermare la diagnosi e identificare il danno tissutale responsabile del dolore.
– i pazienti necessitano di conoscere la prognosi, le disabilità future e l’effetto sulle capacità lavorative.
– informazioni sui processi di riacutizzazione.
– informazioni generali sulla gestione del LBP, sulle opzioni di trattamento, farmacologico e non (fisioterapia, osteopatia, consigli di tipo posturale ed esercizi).
– inoltre necessitano della personalizzazione dell’iter terapeutico.
– di ricevere informazioni in un tono adatto e in un linguaggio comprensibile (no al gergo medico puro!).
– di avere consigli sull’autogestione del problema (attraverso l’esercizio ad esempio).
– in fine di conoscere fonti di informazione attendibili.
I pazienti sono esigenti? È proprio così, la loro complessità li porta ad avere tante necessità.
Per questo motivo riteniamo indispensabile davanti ad un paziente che ci chiede aiuto non dare:
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-una terapia senza una diagnosi
-una diagnosi senza una prognosi⠀
-quell’esercizio perché è il migliore per il mal di schiena,
ma delineare un PERCORSO.
Bibliografia:⠀
Lim YZ, Chou L, Au RT, Seneviwickrama KMD, Cicuttini FM, Briggs AM, Sullivan K, Urquhart DM, Wluka AE. People with low back pain want clear, consistent and personalised information on prognosis, treatment options and self-management strategies: a systematic review. J Physiother. 2019 Jul