L’origine (eziologia) della sindrome non è ancora stata pienamente compresa ed esiste incertezza rispetto al quadro fisiopatologico.
Attualmente si pensa che faccia parte delle sindromi da sensibilizzazione centrale nelle quali l’irregolarità nei meccanismi di controllo del dolore da parte del Sistema Nervoso Centrale è responsabile dell’amplificazione dello stesso, oltre che degli altri sintomi della malattia (disturbi di memoria, affaticamento e depressione).
La capacità di modulazione del dolore attraverso le vie discendenti serotoninergiche, noradrenergiche e oppioidi sembra essere compromessa. Inoltre, sia studi che hanno impiegato la Tomoscintigrafia cerebrale perfusionale (SPECT) che la risonanza magnetica funzionale (fMRI) hanno evidenziato differenze di perfusione e attività elettrica dei neuroni rispetto ai controlli su soggetti sani in varie regioni cerebrali (10, 11,12).
Occorre quindi sottolineare che nonostante la presenza di dolore nei muscoli, legamenti e tendini, la fibromialgia quindi si caratterizza per l’assenza di infiammazione dei tessuti e la presenza di anomalie anatomiche e funzionali nel sistema nervoso centrale.
EPIDEMILOGIA:
A livello internazionale si stima che la prevalenza sia compresa tra il 2-3% e l’8% e l’incidenza tra 7-11 casi annui per 1.000 persone con un rapporto di 8 donne ogni uomo affetto.
DIAGNOSI :
La letteratura scientifica internazionale è concorde nel ritenere che la diagnosi di fibromialgia deve essere basata su 2 grandi concetti:
- La diagnosi clinica su segni e sintomi caratteristici e specifici.
- Esclusione di altre ipotesi diagnostiche.
Dai risultati emerge inoltre un dato soggettivo molto importante: in almeno il 50% dei pazienti i sintomi hanno un impatto sulla qualità della vita valutato “estremamente” o “molto” negativo.
CRITERI DIAGNOSTICI:
per la formulazione di una diagnosi di fibromialgia devono essere soddisfatti contemporaneamente 3 criteri:
- Dolore diffuso in specifiche aree e regioni del corpo;
- Presenza di sintomi caratteristici (astenia, sonno non ristoratore, problemi cognitivi,emicrania,dolore,crampi addominali,depressione ) che compromettono la vita quotidiana
- Durata della sintomatologia pari ad almeno 3 mesi.
La letteratura raccomanda per la diagnosi iniziale:
- Emocromo con formula
- Proteina C reattiva (PCR) dal momento che la fibromialgia non è una condizione infiammatoria.
Infatti le principali patologie dalle quali occorre fare diagnosi differenziale sono patologie reumatico-infiammatorie ( artrite reumatoide, lupus sistemico eritomatoso, polimialgia, polimiosite, spondiloartrite, squilibri tiroidei, neuropatie.)
TRATTAMENTO DELLA FIBROMIALGIA :
La formazione dei professionisti e l’educazione del paziente tra le principali strategie per una efficace gestione delle persone affette da fibromialgia nel setting dell’assistenza primaria (25).
Il trattamento della fibromialgia è finalizzato principalmente a ridurre o attenuare la gravità dei sintomi caratteristici (dolore cronico diffuso, affaticamento, disturbi del sonno, sintomi cognitivi).
Tuttavia, a fronte della costellazione di sintomi caratterizzanti, è ampiamente condiviso come l’approccio terapeutico maggiormente appropriato debba essere multidisciplinare(basato su un programma individualizzato di cura) che includa diverse tipologie di interventi, farmacologici e non farmacologici .
L’approccio iniziale per tutti i pazienti con diagnosi di fibromialgia dovrebbe includere :
- EDUCAZIONE
- TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO.
- TRATTAMENTO FARMACOLOGICO.
Secondo le recenti raccomandazioni dell’European League Against Rheumatism (2017) l’approccio dovrebbe essere graduale (32).
TRATTAMENTO NON FARMACOLOGICO:
I trattamenti non farmacologici sono importanti nella gestione iniziale della persona affetta da fibromialgia, e in alcuni pazienti possono evitare il ricorso al trattamento farmacologico (23).
Attività fisica:
Secondo le indicazioni internazionali (23, 32, 33) il trattamento di prima scelta nella gestione iniziale della fibromialgia è rappresentato dall’attività fisica, di documentata efficacia nel miglioramento della sintomatologia (35,36,37).
Il beneficio di una attività aerobica regolare (camminata veloce, bicicletta, nuoto ma anche ballo ed altre attività fisiche aerobiche in acqua) è stato dimostrato da molti studi (23).
L’attività fisica svolge numerose funzioni benefiche:
- Migliora la performance personale.
- Rende il muscolo meno vulnerabile a stimoli esterni ambientali.
- Migliora la tolleranza allo sforzo.
- Migliora la ricezione (o percezione) centrale del dolore.
- Aumenta il rilascio di endorfine che inibiscono il dolore.
Le evidenze sono concordi nel raccomandare programmi di esercizio fisico di bassa o media intensità, sia a secco che in acqua calda (32 °C) tali da non incrementare il dolore nella fase post-esercizio da ripetere 2-3 volte alla settimana (23,36,37,38,39).
Terapia\Approccio cognitivo-comportamentale:
La Terapia\Approccio cognitivo-comportamentale costituisce uno dei pochi interventi non farmacologici rispetto a cui è sufficientemente documentata l’efficacia nel trattamento della sintomatologia fibromialgica (33,40,41) oltre all’attività fisica.
Essa è costituita da sedute di psicologia nelle quali lo psicologo svolge un ruolo fondamentale per aiutare la persona a trovare strategie cognitive per affrontare la problematica in corso.
Nutrizione:
In letteratura numerosi studi dimostrano una elevata percentuale di obesità e sovrappeso nei pazienti affetti da fibromialgia (FM) con una diretta correlazione tra BMI e aumentata sensibilità al dolore, peggioramento dell’affaticabilità, della qualità del sonno, del tono dell’umore.
Tutto ciò incide negativamente sulla qualità della vita (45-46).
Terapia iperbarica:
L’ossigenoterapia iperbarica (OTI) è stata recentemente proposta come ulteriore trattamento della fibromialgia.
Essa utilizza ossigeno puro al 100% a pressione maggiore di quella atmosferica e diversi studi hanno dimostrato come possa concorrere al meccanismo rigenerativo in seguito ad un danno cerebrale.
L’effetto dell’esposizione ad elevate concentrazioni di ossigeno è proprio quello di garantire un maggiore afflusso di ossigeno al cervello, che sarebbe in grado di indurre fenomeni di neuroplasticità e conseguente miglioramento delle funzioni cerebrali, garantendo una migliore qualità della vita in pazienti post-ictus o con lievi lesioni cerebrali traumatiche (49)
Certamente ancora non si può considerare l’ossigenoterapia iperbarica (OTI) un trattamento standard per la fibromialgia. Sono necessari ulteriori studi che possano replicare i precedenti risultati e che possano indagare gli effetti diretti dell’OTI sui livelli di neurotrasmettitori e sulla neuroplasticità cerebrale.
TRATTAMENTO FARMACOLOGICO:
Il trattamento farmacologico deve sempre essere suggerito e monitorato dal medico (non autoprescritto). Le varie linee guida internazionali (eular 2017) suggeriscono alcune fasce di farmaci più o meno indicati nel trattamento della fibromialgia:
indicazione per:
Duloxetina pregabalin, tramadolo, ampitrilina, ciclobenzaprina.
Scarsa indicazione per :
FANS, COXIB, farmaci che migliorano il riassorbimento della serotonina (SSRI).
Non indicazione per :
Corticosteroidi, oppioidi forti, sodio oxibato.
Occorre ribadire come queste linee di indirizzo per essere realmente efficaci debbano essere conosciute e condivise dagli operatori e dai pazienti, perché uno dei problemi dell’efficacia delle terapie e la piena adesione al programma stabilito che necessita una importante partecipazione attiva da parte dei pazienti. Il fenomeno del drop out (cioè abbandono del programma) è molto elevato.